mercoledì 29 aprile 2009

"Curiosità": 2) Toyota Urban Cruiser.

Italianalisi è capace anche di questo... Fotografare un'auto che ancora non è esposta nei concessionari. Parlo dell'Urban Cruiser, tradotto letteralmente L'Incrociatore Urbano, il "minisuv" di casa Toyota (per la descrizione tecnica vi rimando alla fine di questa pubblicazione dove ho inserito quella di Quattroruote).
La Toyota è sempre pronta a riproporsi sul mercato, a reinventarsi, a sfidare le altre case costruttrici. Il "minisuv" era un segmento scoperto dalla casa nipponica, la quale senza perder tempo ha rimediato. In Italia sarà sicuramente l'antagonista della Fiat Sedici, e ciò non può essere che un motivo di discussione. Quello che avrebbero dovuto fare le case costruttrici italiane da anni nel segmento dei SUV, cioè concorrere con le altre case costruttrici, almeno in Italia. Tutte le case automobilistiche straniere, si sono adeguate alla richiesta di mercato, commercializzando in Italia SUV e oggi c'è solo l'imbarazzo della scelta. Probabilmente mi si potrebbe dire che la Fiat abbia risposto a tale richiesta con la Sedici, ma non è così. Ho visto qualche prototipo italiano come quello dell'Alfa Romeo Kamal presentato nel 2003, il quale come hanno annunciato, dovrebbe diventare realtà entro il 2009, un po' cambiato rispetto all'originale (certo, hanno impiegato solo 6 anni per produrre un SUV!); il nuovo modello si inserirà nel mercato degli Sport Utility compatti, in diretta competizione con la BMW X3 e le future Audi Q5 e Volkswagen Tiguan.
L'unica casa costruttrice italiana che ha capito l'importanza del settore è stata la DRMOTOR commercializzando la DR5 che, sembra stia avendo un grande successo, vuoi per il prezzo abbordabile, vuoi per la qualità... (anche se a primo impatto, vista dal posteriore, ricorda vagamente il Rav4 primo modello). L'importante è che il presidente, Massimo Di Risio, ha colmato questo settore con una azienda italiana. La DRMOTOR ha debuttato come casa automobilistica solo nel 2006 alla 31° edizione del Motor Show di Bologna. La DRMOTOR ha iniziato la sua attività con un SUV, DR5, in vendita già da un po' di tempo, e già sono pronti altri modelli di altri segmenti, infatti se visitate il sito www.DRMOTOR.it e visualizzate i suoi prodotti noterete che le altre auto saranno prossimamente in vendita (DR1, DR2, DR3). Soffermandoci a pensare che le grandi case automobilistiche italiane, le quali non producono SUV, stanno mettendo in cassa integrazione tanti operai, la cosa ci lascia un po' perplessi. Lungi da me critiche o quant'altro... l'unica cosa che mi sento di dire è di darsi da fare in queste aziende italiane perchè l'ingegno non manca e invece di pensare ad accordi economici vari, bisogna produrre modelli ricercati, colmare segmenti in modo da fare concorrenza a case straniere, almeno nel nostro paese.
Ritornando all'Urban Cruiser e direttamente alla Toyota... complimenti da parte di Italianalisi, sia per le scelte stilistiche che commerciali.
"Cruiser, come la Land, ma Urban. Dalla quale, per fortuna, eredita il Dna Toyota, ma non le dimensioni. Anzi, questa volta l'hanno proprio fatta piccola. Meno di quattro metri, per la precisione: 393 centimetri di lunghezza per 173 di larghezza. Abbastanza per classificarla tra le citycar. Ma con qualcosa in più. La Urban Cruiser, in effetti, sfugge alle definizioni. Dev'essere per questo che queste automobili le hanno ribattezzate crossover: misure da utilitaria, versatilità da multispazio, caratteristiche da Suv. Così.
Alla Toyota deve esserci in atto una rivoluzione silenziosa. C'è qualcuno, in Giappone, che sta spingendo sull'acceleratore dell'emotività, ché la Urban Cruiser va oltre la logica razionale dell'auto-elettrodomestico. Altrimenti come si fa a progettare una vettura da città a trazione integrale con tanto di bloccaggio del differenziale centrale? Basta ragionare fuori dagli schemi. Il che, per la Toyota, è un po' una novità.
La Urban Cruiser, in realtà, ci viene propinata in due salse: piccante, cioè 1400 turbodiesel common rail da 90 CV e 205 Nm di coppia massima a quattro ruote motrici e filtro antiparticolato, e liscia, ovvero con un quattro cilindri a benzina di 1.3 litri da 100 CV e 132 Nm a trazione anteriore e dispositivo stop & start. Tutt'e due a sei marce e tutt'e due Euro 4. La prima arriverà a metà maggio, la seconda a settembre, con prezzi di partenza rispettivamente di 20 mila e 17 mila euro.
L'abbiamo guidate in Portogallo, sulle strade secondarie, ma anche sui lunghi saliscendi autostradali. E sì, il ruolo di vetturetta tuttofare si attaglia bene alla Urban Cruiser. Svetta, com'è ovvio, la 1.4 D-4D AWD, avvantaggiata da una coppia più sostanziosa, da una qualità della guida più concreta e da un confort di marcia più elevato. Il piccolo turbodiesel sfodera una bella grinta quando occorre, a patto di tenerlo sopra i 2000 giri: sotto, invece, soffre un poco e ci mette del tempo a riprendere vigore.
La frizione non è leggerissima e questo è uno dei pochi appunti di una certa entità che si possano rivolgere alla Urban Cruiser: per una macchina pensata per la città, l'indisponibilità di un cambio robotizzato suona un po' come un'anomalia. Per il resto, tanto di cappello: la guida è gradevole, fluida e si viaggia nel silenzio. Solo in accelerazione si avverte il canto degli iniettori, ma non dà fastidio.
Salire sulla 1.3 dual VVT-i dopo aver guidato la 1.4 D-4D è un po' una cattiveria: l'entry level soffre il confronto, più che altro per via della coppia inferiore. La guida è più leggera, s'avverte che mancano i vincoli della trazione integrale, ma anche e soprattutto la spinta del turbodiesel. Il sistema stop & start fa spegnere il motore quando si mette in folle e si lascia il pedale della frizione. Spegnimenti e accensioni sono dolcissime: tutto è gestito da un sistema innovativo.
Sicurezza fuori discussione, quantomeno a giudicare dall'equipaggiamento: Abs e controllo elettronico della stabilità fanno parte della dotazione di serie già a partire dall'allestimento base, così come i sette airbag, compreso quello per le ginocchia del guidatore. Il climatizzatore manuale, invece, è a richiesta solo sul modello d'ingresso: sulle altre fa parte della dotazione standard."
fonte: www.quattroruote.it

venerdì 24 aprile 2009

"Adesso basta! Non è giusto!": 3) Carcere abbandonato al degrado.

"Gragnano. Realizzata dal Comune ed acquisita dall'Amministrazione nel 2000, è stata successivamente chiusa per cedimenti strutturali nel sottosuolo, in quanto costruita su cave di tufo e caverne." - Questo è quanto riporta www.giustizia.it/newsonline/data/multimedia/2225.pdf datata 14/10/2007 (Estratto da pag.12).
L'oggetto in questione è l’ex casa circondariale di Gragnano, in provincia di Napoli, che ha chiuso i battenti solo dopo pochi anni di attività.
Si potrebbe discutere per ore sui problemi che ne hanno causato la chiusura e bisognerebbe fare una lunga riflessione, visto che stiamo parlando di "problemi statici", troppo spesso sottovalutati da tecnici e non, dimenticando che essi possono causare morte -ma questo è un problema di cui ci si ricorda solo dopo la tragedia- per non parlare dell’individuazione delle responsabilità, qualora ve ne siano, dato che sono stati spesi svariati miliardi di lire per costruirla.
La domanda sorge spontanea: perché una struttura così grande continua ad essere abbandonata a se stessa, lasciata nel degrado assoluto e non si faccia niente per recuperarla? Si parla sempre del sovraffollamento delle carceri e a Gragnano, come in qualche altra località italiana ve ne è una chiusa e non si fa niente per riaprirla… probabilmente è più facile fare un indulto che un piano di recupero…chissà!
C’è un fatto però che ci lascia ancora di più perplessi e attoniti e cioè che si tratta di una struttura del Ministero di Grazia e Giustizia, ministero "che costituisce il centro propulsore della politica giudiziaria del governo", il quale dovrebbe garantire il rispetto delle leggi, per cui nel caso in cui la struttura sia stata lasciata in questo stato a causa di un cavillo legale, e quindi riconducibile alla lentezza burocratica dei procedimenti concernenti la giustizia, di cui troppo spesso si sente parlare, dovrebbe questo caso fungere da esempio ed essere risolto al più presto. Ovviamente quella del rallentamento burocratico è solo un’ipotesi dovuta probabilmente al fatto che a volte si cerca di trovare una spiegazione razionale a certe situazioni che accadono nel nostro paese come se si dovesse trovare una giustificazione a tutti i costi per non ammettere il fallimento. Tuttavia credo che, a prescindere dal motivo che governa questa scelta di totale abbandono della struttura, ci dovrebbe essere l'impegno delle istituzioni affinché il problema venga risolto, certo le soluzioni possono essere svariate, ad esempio si potrebbe restaurare magari prevedendo un cambio di destinazione d’uso oppure locare o vendere a un privato. Penso che se si fosse trattato di una proprietà privata e non pubblica di certo una soluzione sarebbe stata già trovata. -Non si capisce perchè i soldi pubblici non hanno la stessa valenza dei soldi privati!-
Comunque, ritornando al problema pratico e visibile per chi ci vive in quella zona, ho messo a disposizione delle immagini di Maps.live.com e di Maps.google.it della struttura in questione dalle quali si evidenzia il grado di abbandono.
Ritengo interessante aprire un dibattito in questione e invito chiunque a dire la sua.














foto: www.maps.live.com

















































foto: www.maps.google.it

mercoledì 22 aprile 2009

Afghanistan, pronta la legge che obbliga le donne a concedersi ai loro mariti.

KABUL - Mentre all'Aja la comunità internazionale discute del futuro dell'Afghanistan, scoppia la polemica, a Kabul e non solo, per una legge recentemente approvata dal parlamento afghano che, secondo l'interpretazione di fonti delle Nazioni Unite e di diverse associazioni per i diritti delle donne, obbliga le mogli ad avere rapporti sessuali con il marito e vieta loro di cercare lavoro, istruirsi o farsi visitare da un medico, senza aver prima il permesso del consorte. «I diritti delle donne in Afghanistan sono un motivo di «assoluta preoccupazione» per gli Stati Uniti, ha detto il segretario di Stato Usa Hillary Clinton, in un incontro stampa all'Aja. «Non si può sviluppare un paese se metà della sua popolazione viene oppresso», ha aggiunto la Clinton, senza citare la legge al centro delle polemiche.
IL NO DELL'ITALIA - La legge ha causato una levata di scudi anche in Italia: «Non possiamo girare lo sguardo dall'altra parte ed essere indifferenti a quanto sta accadendo in Afghanistan, un Paese che, anche se lontano, ha di fatto legalizzato la barbarie nei confronti delle donne»: ha detto il ministro per le pari opportunità, Mara Carfagna. «Siamo sdegnati» ha aggiunto la parlamentare del Pdl, Souad Sbai. Il governo afghano deve «smentire o chiarire» la questione della legge sulle donne che, secondo fonti di stampa britanniche, sarebbe stata recentemente firmata dal presidente Hamid Karzai, ha osservato il ministro degli Esteri, Franco Frattini.
POLEMICHE - Il provvedimento, bollato dalla parlamentare afghana Humairi Namati come «peggiore di quelli dei talebani», è stato votato alla fine del mese di marzo, ed è stato reso noto dal Guardian. Duro il commento del «Fondo di Sviluppo delle Nazioni Unite per le Donne», che mette in guardia da questa legge, non ancora pubblicata ufficialmente, ma confermata dal ministro dell'interno afghano, che affida al padre e, in seconda battuta al nonno, la custodia dei figli in caso di separazione dei consorti. Un altro aspetto fortemente criticato da chi si oppone al provvedimento è la velocità con la quale si è giunti all'approvazione, limitando al minimo la discussione in parlamento. Shinkai Zahine Karokhail, un'altra parlamentare che si è opposta al provvedimento, non ha esitato a denunciare che il presidente Hamid Karzai ha approvato questa legge per garantirsi il sostegno della minoranza hazara (sciiti), che rappresenta circa il 10 per cento della popolazione, in previsione delle elezioni presidenziali che si terranno ad agosto. La costituzione afghana, infatti, riconosce agli sciiti concessioni in materia di diritto di famiglia molto simili a quelle che sono state adottate dal Parlamamento.
IL CONSENSO DEGLI SCIITI - Grande soddisfazione è emersa tra i politici di etnia hazara alla notizia dell'approvazione della legge. «Gli uomini e le donne hanno gli stessi diritti in base all'Islam, ma ci sono differenze nel modo in cui sono stati creati», ha affermato il leader del partito politico hazara, Ustad Mohammad Akbar, il quale ha poi aggiunto che la donna può rifiutare di avere rapporti sessuali con il marito se è indisposta o ha un'altra ragionevole "scusa". Secondo quanto scrive il quotidiano inglese, Karzai è diventato assai impopolare tra la popolazione afghana e starebbe cercando di riguadagnare il consenso degli sciiti in vista della scadenza elettorale che si preannuncia molto combattuta. Gli hazara, infatti, sono considerati dagli analisti politici l'ago della bilancia nella corsa alla Presidenza. Il portavoce di Karzai, interrogato in merito al nuovo provvedimento, non ha voluto rilasciare dichiarazioni.
fonte: www.corriere.it

venerdì 17 aprile 2009

"Stranezze": 3° episodio. - Nuovo tunnel con pilastro centrale all'imbocco.

Di sicuro è una "stranezza" momentanea e prevista in fase di progettazione e costruzione del tunnel che vedete in foto (almeno credo e auspico che sia così). La foto è stata scattata qualche giorno fà in una delle curve della costiera sorrentina e precisamente nel comune di Vico Equense in provincia di Napoli dove è ubicata la stazione "Scrajo Terme" della linea ferroviaria Circumvesuviana.
Nella foto in questione potete notare un pilastro del ponte della stazione che è perfettamente al centro dell'imbocco della nuova galleria della penisola sorrentina.
Prima della foto in questione che è stata scattata da Italianalisi, quella della "stranezza", in questo post ne ho inserito un'altra, è un'immagine di Google Street View che non riporta ancora l'apertura della galleria, in modo che avete la visione di prima e dopo la costruzione dell'accesso.
Voglio farvi notare un piccolo particolare; sulla roccia dove poggia la base del pilastro in questione, cioè sotto la galleria, c'è una "casettina rossa" dove è situata una statuetta sacra, a prima vista sembra una madonnina, che prima dei lavori non c'era (lo si può notare mettendo a confronto le due foto), e mi son chiesto se è stata messa lì per ricevere qualche miracolo! Ironia a parte, la curiosità di Italianalisi sta nel vedere in che modo e con quali tecniche costruttive sarà eliminato quel pilastro. Di sicuro seguirò queste fasi e vi aggiornerò.

mercoledì 8 aprile 2009

"Curiosità": 1) Stereogrammi 3D.

Anni fa ho avuto il piacere di osservare dei disegni su carta (simili a quadri astratti) che a prima vista sembravano delle figure ripetitive senza senso ma, se guardate attentamente, nascondevano al loro interno delle immagini a tre dimensioni. Ebbene, solo da poco ho scoperto che esistono anche in forma digitale. Sto parlando degli "stereogrammi". Generalmente, uno stereogramma è una figura costituita da una successione di strisce verticali larghe che differiscono tra di loro leggermente. Per poter vedere uno stereogramma 3D si deve mettere a fuoco un punto immaginario dietro il disegno, e il nostro cervello, "ingannato" da questa serie di striscie verticali, ci restituisce una realtà tridimensionale.
La domanda che per primo mi sono posto è come si potessero creare questi disegni. Ebbene, navigando un po' su internet ho scoperto che possiamo farlo noi stessi e ci viene in aiuto questo sito www.flash-gear.com/stereo. Possiamo disegnare qualunque cosa e poi clicchiamo su "done" e ci restituirà un'immagine, è appunto lo stereogramma del nostro disegno.
In basso ho inserito una figura dove è illustrata e spiegata la modalità per riuscire a vedere queste immagini 3D. In effetti bisogna interporre i due indici delle nostre mani tra l'immagine e gli occhi, spostiamo la nostra attenzione (ma non la messa a fuoco) sull'immagine, poi bisogna regolare gradualmente la distanza tra le dita e l'immagine e apparirà la figura tridimensionale. Se volete riuscire a vedere uno stereogramma, o meglio l'immagine tridimensionale nascosta in uno stereogramma, non dovete essere in una condizione di tensione o di nervosismo, di fretta o di distrazione; vedere uno stereogramma occorre tranquillità, calma.
Esistono addirittura anche stereogrammi 3D animati.
In basso ho inserito alcuni stereogrammi più carini e uno fatto da www.italianalisi.blogspot.com per l'occasione.


















fonte: www.flash-gear.com











Stereogramma eseguito da www.italianalisi.blogspost.com

(Albero)















(Lampada ad olio)















(Veliero)















(Aerei)















(Aquila)

lunedì 6 aprile 2009

Un pensiero per tutte le persone colpite dal terremoto.

Ieri sera avevo preparato mentalmente un argomento da inserire in un nuovo post, ma stamani, quando ho appreso dai primi notiziari di questa immane tragedia che ha colpito molte zone dell'abruzzo, ho desistito.
Non mi resta, da questo infinitesimale spazio internettiano, che porre un pensiero per i colpiti dal terremoto. Anche se tutti voi, ne sono certo, siete stati toccati da questa tragedia e siete vicini col cuore alla gente dell'abruzzo, permettetemi di dire che solo chi ha subìto tale esperienza può capire gli stati d'animo, il disagio, le preoccupazioni, i dolori di quelle povere persone.

sabato 4 aprile 2009

In Italia una persona su 4 è meteoropatica.

MILANO - Il cielo azzurro infonde serenità, quello grigio tristezza. Ma dietro alla meteoropatia, ovvero l'ipersensibilità verso le condizioni del tempo, c'é una spiegazione scientifica. E' quanto riporta il numero di questo mese di Airone, che al tema ha dedicato la copertina e un ampio approfondimento rivelando alcune vittime illustri di questo fastidio, come Cristoforo Colombo, Mozart e Napoleone.
Secondo gli esperti infatti l'ipofisi, una ghiandola che si trova alla base del cranio, con il brutto tempo viene stimolata a produrre Acth, un ormone che aumenta l'ansia. Contemporaneamente si riduce la formazione di endorfine, e ciò determina un abbassamento della soglia del dolore. Gli studi scientifici inoltre, riporta il mensile, hanno tentato di spiegare come mai "se oggi ho male alle ossa domani pioverà".
L'aumento dell'umidità atmosferica, secondo i ricercatori, determina un cambiamento della viscosità del liquido sinoviale, ovvero il lubrificante delle giunture ossee. Le articolazioni così si gonfiano e si avverte più dolore.
fonte: www.ansa.it

giovedì 2 aprile 2009

"Segnalazioni TV": 2) Fiorello show. Ansia da prestazione o per far parlare ancora del suo show?

Effettivamente è durato pochissimo l'attesissimo programma di Fiorello su SKYUno. Molte testate giornalistiche stamani davano notizia che Fiorello avesse finito almeno una decina di minuti prima della fine programmata. Per dovere di cronaca ricordo che il programma è stato registrato ieri 1 aprile. Effettivamente, si può dire, che un vero e proprio finale non ci sia stato poichè Fiorello non ha nemmeno salutato il pubblico e a video si è visto lui in fermo immagine e si è sentito un suo "grazie".
Chi lo ha visto questa sera, avrà notato che l'anteprima del programma ha avuto quasi la stessa durata dello show.
Su www.libero.it stamani si leggeva che Fiorello durante la registrazione "prima ha interrotto lo show poi, con il pubblico in attesa e convinto che si trattasse di un pesce d'aprile, è rientrato a scusarsi: «Perdonatemi, ci sono serate in cui uno sente che le cose non vanno per il verso giusto. Mi dispiace ma preferisco finire qua». Tutto questo, sempre su www.libero.it, è stato analizzato in questo modo: "Emozione, stress, "ansia da prestazione", forse. Di sicuro troppa è stata la tensione dei giorni precedenti".
Dal mio modesto punto di vista lo spettacolo è stato piacevole fino alla fine, di quello che si è visto in televisione intendo, e non ho avuto la minima sensazione che "Fiore nazionale" fosse traballante nelle sue esibizioni, anzi l'ho visto molto sicuro di sè.
La chiusura anticipata del programma si deve attribuire veramente all'ansia da prestazione o sarà un'altra geniale trovata del fenomenale showman per far parlare ancora del suo show? Ricordo, a chi ha avuto il piacere di vederlo, che all'inizio dello spettacolo si preoccupava su come poteva stupirci. In un modo o nell'altro ci è riuscito alla grande!

mercoledì 1 aprile 2009

"Adesso basta! Non è giusto!": 2) Multa ridicola.


Il titolo di questo post potrebbe trarvi in inganno e potreste giudicare a priori. Premetto che le multe di per sè non sono mai ridicole, anzi hanno lo scopo di farci rispettare le leggi e quando invece ciò non avviene comunque è un incentivo in più a farcele rispettare per le volte successive. Ma quando invece ci vediamo recapitare una multa che ha sapore dell'ingiustizia, la cosa ci fà riflettere. Parliamo di una multa recapitata ad un cittadino sulla strada statale 268 (superstrada del Vesuvio) rilevata dalla polizia municipale di San Giuseppe Vesuviano della provincia di Napoli con autovelox per aver superato il limite di velocità con la sua auto. Fin qui tutto ok. Vi starete chiedendo "e perchè non è giusto se non ha rispettato i limiti?"... Su quella superstrada vige il limite di 70 km orari, ma nei pressi di qualche svincolo stradale il limite si riduce a 50 km/h per poi riprendere subito dopo lo svincolo di nuovo a 70 km orari. A parte che c'è da capire se quel limite di 50 km/h è solo per chi si appresta a percorrere uno di quegli svincoli, ma la cosa grave è quella che in quei tratti bisogna rallentare per mettersi sui 50 km orari e questa situazione è molto pericolosa per gli automobilisti in quanto quella superstrada è molto frequentata da camion, e immaginate un camion che si ritrova un auto davanti che passa dai 70 ai 50 in un tempo relativamente breve. Poi, e a mio parere è la cosa più grave, i controllori della legge, in questo caso i vigili urbani della cittadina sopracitata, nel caso di questa infrazione di cui vi sto parlando e che vi ho inserito un'immagine in questo post, hanno rilevato l'infrazione proprio in quel tratto, dove vige il limite dei 50 km orari. Ora mi chiedo, ma è mai possibile che per cautelare gli automobilisti serva controllare chi va oltre i 50 e non oltre i 60, come in questo caso, come potete notare dalla multa ricevuta alla quale ho cancellato la seconda cifra per questioni di privacy, o è solo una questione di entrate comunali? In quanto su una superstrada circolare a 50 km orari è alquanto ridicolo. La multa risale al 2005 ma ancora oggi ci risulta che i vigili continuano a controllare in quel tratto sempre per i soliti 50 km orari e solo dove loro sono appostati si crea una coda lunghissima e pericolosa di auto. Possibile che nessun organo istituzionale si occupi di questa situazione poichè invece di cautelare gli automobilisti potrebbe far rischiare loro qualche incidente? Probabilmente a nessuno, incappato in questa infrazione, gli è venuto in mente di fare ricorso poichè la cifra da pagare non è molto alta e facendo ricorso al prefetto o al giudice di pace gli costerebbe di più.