Italianalisi è capace anche di questo... Fotografare un'auto che ancora non è esposta nei concessionari. Parlo dell'Urban Cruiser, tradotto letteralmente L'Incrociatore Urbano, il "minisuv" di casa Toyota (per la descrizione tecnica vi rimando alla fine di questa pubblicazione dove ho inserito quella di Quattroruote).
La Toyota è sempre pronta a riproporsi sul mercato, a reinventarsi, a sfidare le altre case costruttrici. Il "minisuv" era un segmento scoperto dalla casa nipponica, la quale senza perder tempo ha rimediato. In Italia sarà sicuramente l'antagonista della Fiat Sedici, e ciò non può essere che un motivo di discussione. Quello che avrebbero dovuto fare le case costruttrici italiane da anni nel segmento dei SUV, cioè concorrere con le altre case costruttrici, almeno in Italia. Tutte le case automobilistiche straniere, si sono adeguate alla richiesta di mercato, commercializzando in Italia SUV e oggi c'è solo l'imbarazzo della scelta. Probabilmente mi si potrebbe dire che la Fiat abbia risposto a tale richiesta con la Sedici, ma non è così. Ho visto qualche prototipo italiano come quello dell'Alfa Romeo Kamal presentato nel 2003, il quale come hanno annunciato, dovrebbe diventare realtà entro il 2009, un po' cambiato rispetto all'originale (certo, hanno impiegato solo 6 anni per produrre un SUV!); il nuovo modello si inserirà nel mercato degli Sport Utility compatti, in diretta competizione con la BMW X3 e le future Audi Q5 e Volkswagen Tiguan.
L'unica casa costruttrice italiana che ha capito l'importanza del settore è stata la DRMOTOR commercializzando la DR5 che, sembra stia avendo un grande successo, vuoi per il prezzo abbordabile, vuoi per la qualità... (anche se a primo impatto, vista dal posteriore, ricorda vagamente il Rav4 primo modello). L'importante è che il presidente, Massimo Di Risio, ha colmato questo settore con una azienda italiana. La DRMOTOR ha debuttato come casa automobilistica solo nel 2006 alla 31° edizione del Motor Show di Bologna. La DRMOTOR ha iniziato la sua attività con un SUV, DR5, in vendita già da un po' di tempo, e già sono pronti altri modelli di altri segmenti, infatti se visitate il sito www.DRMOTOR.it e visualizzate i suoi prodotti noterete che le altre auto saranno prossimamente in vendita (DR1, DR2, DR3). Soffermandoci a pensare che le grandi case automobilistiche italiane, le quali non producono SUV, stanno mettendo in cassa integrazione tanti operai, la cosa ci lascia un po' perplessi. Lungi da me critiche o quant'altro... l'unica cosa che mi sento di dire è di darsi da fare in queste aziende italiane perchè l'ingegno non manca e invece di pensare ad accordi economici vari, bisogna produrre modelli ricercati, colmare segmenti in modo da fare concorrenza a case straniere, almeno nel nostro paese.
Ritornando all'Urban Cruiser e direttamente alla Toyota... complimenti da parte di Italianalisi, sia per le scelte stilistiche che commerciali.
Ritornando all'Urban Cruiser e direttamente alla Toyota... complimenti da parte di Italianalisi, sia per le scelte stilistiche che commerciali.
"Cruiser, come la Land, ma Urban. Dalla quale, per fortuna, eredita il Dna Toyota, ma non le dimensioni. Anzi, questa volta l'hanno proprio fatta piccola. Meno di quattro metri, per la precisione: 393 centimetri di lunghezza per 173 di larghezza. Abbastanza per classificarla tra le citycar. Ma con qualcosa in più. La Urban Cruiser, in effetti, sfugge alle definizioni. Dev'essere per questo che queste automobili le hanno ribattezzate crossover: misure da utilitaria, versatilità da multispazio, caratteristiche da Suv. Così.
Alla Toyota deve esserci in atto una rivoluzione silenziosa. C'è qualcuno, in Giappone, che sta spingendo sull'acceleratore dell'emotività, ché la Urban Cruiser va oltre la logica razionale dell'auto-elettrodomestico. Altrimenti come si fa a progettare una vettura da città a trazione integrale con tanto di bloccaggio del differenziale centrale? Basta ragionare fuori dagli schemi. Il che, per la Toyota, è un po' una novità.
La Urban Cruiser, in realtà, ci viene propinata in due salse: piccante, cioè 1400 turbodiesel common rail da 90 CV e 205 Nm di coppia massima a quattro ruote motrici e filtro antiparticolato, e liscia, ovvero con un quattro cilindri a benzina di 1.3 litri da 100 CV e 132 Nm a trazione anteriore e dispositivo stop & start. Tutt'e due a sei marce e tutt'e due Euro 4. La prima arriverà a metà maggio, la seconda a settembre, con prezzi di partenza rispettivamente di 20 mila e 17 mila euro.L'abbiamo guidate in Portogallo, sulle strade secondarie, ma anche sui lunghi saliscendi autostradali. E sì, il ruolo di vetturetta tuttofare si attaglia bene alla Urban Cruiser. Svetta, com'è ovvio, la 1.4 D-4D AWD, avvantaggiata da una coppia più sostanziosa, da una qualità della guida più concreta e da un confort di marcia più elevato. Il piccolo turbodiesel sfodera una bella grinta quando occorre, a patto di tenerlo sopra i 2000 giri: sotto, invece, soffre un poco e ci mette del tempo a riprendere vigore.
La frizione non è leggerissima e questo è uno dei pochi appunti di una certa entità che si possano rivolgere alla Urban Cruiser: per una macchina pensata per la città, l'indisponibilità di un cambio robotizzato suona un po' come un'anomalia. Per il resto, tanto di cappello: la guida è gradevole, fluida e si viaggia nel silenzio. Solo in accelerazione si avverte il canto degli iniettori, ma non dà fastidio.
Salire sulla 1.3 dual VVT-i dopo aver guidato la 1.4 D-4D è un po' una cattiveria: l'entry level soffre il confronto, più che altro per via della coppia inferiore. La guida è più leggera, s'avverte che mancano i vincoli della trazione integrale, ma anche e soprattutto la spinta del turbodiesel. Il sistema stop & start fa spegnere il motore quando si mette in folle e si lascia il pedale della frizione. Spegnimenti e accensioni sono dolcissime: tutto è gestito da un sistema innovativo.
Sicurezza fuori discussione, quantomeno a giudicare dall'equipaggiamento: Abs e controllo elettronico della stabilità fanno parte della dotazione di serie già a partire dall'allestimento base, così come i sette airbag, compreso quello per le ginocchia del guidatore. Il climatizzatore manuale, invece, è a richiesta solo sul modello d'ingresso: sulle altre fa parte della dotazione standard."
fonte: www.quattroruote.it